Giubileo 2025, parrocchia San Demetrio, pellegrini di speranza

Venti fedeli della parrocchia San Demetrio di Mosorrofa coordinati dal presidente di AC Pasquale Andidero e guidati spiritualmente dal parroco don Mimmo Labella, sono partiti all’alba dell’8 maggio alla volta di Roma. Mai avrebbero pensato a novembre 2024 quando hanno organizzato il loro Giubileo che si sarebbero ritrovati a dover andare sulla tomba di Papa Francesco e che avrebbero assistito all’elezione del nuovo successore di Pietro. Una esperienza di preghiera che resterà nella mente e nel cuore di tutti i partecipanti non solo per l’elevata ricchezza spirituale vissuta ma anche per le coincidenze storiche che hanno reso possibile la loro presenza a Roma all’inizio del nuovo pontificato.

Ci si ritrova all’aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria alle 5 del mattino col pensiero già rivolto a quello che stavamo andando a vivere. Giunti a Roma il primo pensiero è stato quello di onorare la memoria di Papa Francesco. Dopo una lunga ma ordinata fila davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore e l’attraversamento della prima Porta Santa, l’emozione di trovarsi davanti alla tomba dove riposano le spoglie di Papa Francesco è divenuta visibile nei volti e nell’atteggiamento di preghiera di tutti. Il tempo dei pochi attimi che abbiamo potuto sostare davanti a quel gigante della fede che è stato Francesco ce lo porteremo nel cuore per lunghissimi anni, per tutta la vita. Mentre eravamo in fila è arrivata la notizia della seconda fumata nera.

Rientriamo in albergo e ci uniamo ad altri compagni di preghiera che venivano da altre parti d’Italia.  Nel pomeriggio, guidati da Gianfranco e Paolo, siamo andati in visita alla Chiesa del Martirio di San Paolo all’interno del Complesso abbaziale delle Tre Fontane ed al Santuario della Vergine della Rivelazione. Nel luogo dove San Paolo è stato decapitato, erano circa le ore 18.00, stavamo contemplando la strada sulla quale San Paolo aveva posto i suoi piedi, ci è giunta la notizia della fumata bianca. All’enorme gioia che la sede di Pietro non era più vacante si è aggiunta una nota di lieve tristezza perché per un imprevisto non siamo riusciti a tornare in tempo a Piazza San Pietro e non abbiamo potuto assistere neanche al primo saluto del Papa. Mentre aspettavamo il pullman abbiamo appreso che il nome del nuovo Pontefice era Robert Francis Prevost un cardinale degli Stati Uniti d’America e che aveva scelto di chiamarsi Leone XIV. Ci siamo riuniti in preghiera ringraziando lo Spirito Santo e invocandolo di assistere il nuovo Papa nel suo gravoso impegno di guidare la Chiesa. Tornati in albergo, stanchi ma felici, dopo la cena, abbiamo celebrato la messa.

Nella mattina successiva abbiamo visitato le Chiese Giubilari di San Salvatore in Lauro, e San Paolo alla Regola.

 Dopo un frugale pasto, trasferimento presso la Basilica di San Giovanni in Laterano dove oltre al passaggio della Porta Santa c’è stata la visita guidata del complesso Lateranense, del Chiostro medievale e degli Appartamenti Papali. Immergersi nella storia del Papato e della Chiesa mentre si stava svolgendo l’insediamento del nuovo Pontefice ha assunto una valenza particolare. Il nostro pensiero correva veloce, avanti e indietro, su ciò che era stato e su cosa sarà, e si cercava di immaginare che Chiesa ci presenterà Papa Leone XIV, su quale strada la porterà. Sarà in continuità con Francesco? che impronta darà? Ci gratificava pensare che il suo predecessore di nome, Leone XIII, era stato il Papa della Rerum Novarum, un papa che ha indirizzato fortemente la chiesa verso il sociale, verso l’umanizzazione del lavoro, lavoro al servizio dell’uomo e non viceversa. Cosa che sia San Giovanni Paolo II, con la Centesimus Annus, enciclica scritta nel centenario della Rerum Novarum, che papa Francesco, in particolare con la Laudato sii e la Fratelli tutti avevano fortemente ribadito. Abbiamo celebrato messa nel Battistero antistante la chiesa di San Giovanni.

L’ultimo giorno tutto dedicato alla Basilica di San Pietro. Saltata l’Udienza Papale che era prevista ci siamo concentrati nel pellegrinaggio. Abbiamo raggiunto a piedi l’inizio di Via della Conciliazione e ci siamo soffermati davanti alla casa dell’Azione Cattolica. Qui ci aspettava Padre Giorgio che ci ha consegnato la croce del Giubileo e ci ha chiesto di entrare in clima di preghiera. Portando la croce dei pellegrini, abbiamo percorso tutta Via Della Conciliazione, Piazza San Pietro, fino ad attraversare la Porta Santa. Il Passaggio della Porta Santa è stato molto toccante ed emozionante, eravamo lì ad attraversare il soglio della Cattedra di Pietro mentre il suo successore nella Cappella Sistina celebrava la sua prima messa con i Cardinali. Nell’ultimo tratto ad attraversare la Porta ci ha condotto, stringendo tra le sue mani la croce, il nostro assistente don Mimmo Labella. Il pellegrinaggio si è concluso con la preghiera davanti alla tomba di Pietro. Ma è continuato con le preghiere sopra le tombe degli ultimi pontefici: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e II e Benedetto XVI. Durante la visita alla Bailica di San Pietro abbiamo anche pregato davanti alla statua del nostro San Francesco di Paola.

Finito il pellegrinaggio ci siamo ritrovati in una osteria dove abbiamo potuto assaggiare dei buoni piatti romani. Dopo aver recuperato i nostri bagagli, abbiamo salutato la Bonus Pastor, il luogo dove abbiamo alloggiato, e ci siamo diretti verso la stazione ferroviaria. Sul treno al ritorno in tutti noi c’era silenzio, gioia e felicità. La consapevolezza di aver vissuto da vicino un momento storico. Tre giorni che segneranno certamente per sempre la nostra vita futura. Un pellegrinaggio di venti persone che, nella preghiera, hanno portato a Roma l’intera comunità parrocchiale.